Come si fa a diventare felici? Scegliendo di essere felici, semplice… ma forse è semplice solo a parole. Quando dobbiamo fare i conti con la realtà è tutta un’altra cosa vero?
Eppure, di quello che accade solo, il 10% influisce sulle nostre vite. Il restante 90% di conseguenze sono determinate dal modo in cui reagiamo agli eventi. Quando perdiamo l’equilibrio e iniziamo a provare infelicità, la maggior parte delle volte è perché abbiamo spostato i riflettori dell’attenzione sulle cose che ci mancano e che vorremmo avere. (leggi anche: la felicità è in ciò che sei, non in ciò che hai)
DOVE STAI GUARDANDO?
Rimediare a questo è abbastanza facile. Basta riposizionare i riflettori su tutto ciò che abbiamo, su tutte le nostre piccole conquiste, su tutto ciò che fa già parte della nostra vita e che in molti là fuori non hanno. Ti accorgerai di essere in una posizione veramente privilegiata!
E poi non sono le cose che ci mancano a renderci infelici. È il pensiero che noi generiamo riguardo a esse. È il pensiero della mancanza. E se lo sostituissimo con un pensiero di abbondanza? Inizia a pensare che quella cosa che desideri esiste già, è già presente nel mondo. Quindi non ti resta che sintonizzarti su di essa e agire di conseguenza.
Un esempio? Il denaro. È una cosa che molti rincorrono e in molti ne sentono la mancanza. Ma la verità sai qual è? Anche in questo momento che stai leggendo si continuano a stampare banconote. Già. E a chi pensi tocchi usarle se non ai consumatori?
I soldi non mancano. Anzi, ce ne è a dismisura. Invece di concentrarti sul fatto che mancano, concentrati sul fatto che in questo preciso momento ne stanno stampando a iosa. Come vedi il pensiero è già mutato. Da un pensiero di mancanza ne hai generato uno di abbondanza.
Si, ma ancora non ho i soldi di cui ho bisogno?
Certo. Ma intanto hai dato una direzione alla tua mente. Ti stai sintonizzando su qualcosa di differente. E la mente lavora in base a quello che le dai da mangiare. La tua vita procede in direzione delle immagini interne che ti crei.
La povertà è il prodotto che la mente ha generato prendendo consapevolezza della mancanza, la ricchezza è il prodotto che la mente ha generato prendendo consapevolezza dell’abbondanza. Su questo non ci piove! Povertà e ricchezza non sono solamente delle condizioni sociali, prima di tutto sono degli stati mentali.
Chi è ricco mentalmente fa accadere le cose. Chi è povero rimane a guardare e a lamentarsi. Solamente usando uno stato mentale positivo potrai intraprendere azioni coerenti per il raggiungimento del risultato. Se usi uno stato mentale pessimista la tua mente non potrà offrirti alcuna soluzione perché sarà troppo impegnata a inventarsi nuove lamentele e a trovare nuovi responsabili della situazione in cui ti trovi. Ma l’unico responsabile sei tu (leggi anche: prenditi la responsabilità di chi sei ora). La mente è sempre all’opera e lavora con il materiale che le proponi.
ACCENDI IL FUOCO DELLA FELICITÀ
Sicuramente iniziare a riposizionare i nostri riflettori ci aiuta a cambiare prospettiva e a generare sentimenti più utili al nostro Ben-Essere. Ma non sempre è facile cambiare modalità di pensiero… (leggi anche: una prospettiva che ti cambia la vita)
Se ti concentri su una determinata situazione, le offri energia, quindi le resisti, e quindi non le dai la possibilità di dissolversi. Se invece la ignori, questa si dissolverà, dato che non c’è più un osservatore. Se alla tua mente le continui a proporre quello che non va, lei farà di tutto per far permanere la condizione in cui ti trovi. Se le proponi qualcosa di diverso, dimenticherà il vecchio, lo farà morire, per far fiorire la novità.
Se non volete qualcosa, basta non pensarci, basta passarci sopra con indifferenza. Sparirà automaticamente dalla vostra vita. Gettar via qualcosa dalla propria vita significa, non evitare, ma ignorare – Vadim Zeland
Ecco perchè è indispensabile iniziare a pensare a quello che si desidera, a quello che si ambisce raggiungere, a quelle cose che ci rendono più felici, piuttosto che a quello che non si vuole o che si vuole evitare.
Un gruppo di neurologi dell’università di Kyoto ha individuato nel precuneo, una regione del cervello, l’origine del sentimento della felicità. Tramite risonanza magnetica hanno scoperto che questo sentimento nasce e si diffonde proprio come fosse un fuoco. Inizia con una semplice scintilla, sfregando pensieri positivi e soddisfazione personale, per poi propagarsi nelle restanti regioni cerebrali e nell’intero organismo.
La felicità, secondo questo studio, può essere alimentata allenando proprio il precuneo. Dalle ricerche è emerso che le persone più felici e soddisfatte nella loro vita sono proprio quelle con più materia grigia in questa regione del cervello. Più è sviluppato il precuneo, più è facile trovare un senso nella vita. Più è allenato e più intensamente riusciremo a vivere la sensazione di felicità e appagamento, rendendo sempre meno influente la sensazione di tristezza.
CREARE L’ATTIMO MEDITATIVO
E indovina un po’, qual è il modo migliore per allenarsi alla felicità se non la meditazione?
Ma non voglio proporti di incrociare le gambe, di ripeterti l’ohm finché non diventi tu stesso Ω , di salire in cima a un monte o isolarti nel deserto… la meditazione che ti propongo è qualcosa di estremamente facile. La potremmo chiamare attimo meditativo, perché durerà solo un attimo! Ma soprattutto, potrai praticarla ovunque e non avrai bisogno di escluderti dalla vita sociale e dai tuoi impegni… anzi, direi che l’utilità di questo tipo di meditazione è proprio la sua versatilità.
Quando tutto va bene, quando tutto fila liscio e stiamo già vivendo un momento spensierato sarebbe meglio godersi la vita che ritirarsi per raggiungere stati contemplativi dell’esistenza…
Meditare deve esserci utile piuttosto nei momenti del bisogno, nei momenti in cui sentiamo arrivare lo stress, il nervosismo, quando non riusciamo ad addormentarci, quando dobbiamo affrontare nuove sfide o stiamo cercando una soluzione a un determinato problema. O semplicemente quando abbiamo bisogno di ritrovare la nostra innata creatività! Insomma, meditare può e deve aiutarci a vivere quei momenti dove normalmente andremmo giù di tono.
Passiamo alla fase pratica. Come ricreare l’attimo meditativo? Un attimo è una frazione di tempo entro certi limiti che non possono essere determinati. Ragion per cui all’inizio faremo questo esercizio prendendo come unità di tempo 1 minuto. Un minuto è ben delimitato… è un momento con dei manici, un momento che puoi afferrare e comprendere… sai dove comincia e sai dove finisce. Allenandoci sul minuto potremmo poi restringere sempre più l’intervallo di tempo per creare il nostro attimo meditativo.
Ecco i punti da tenere a mente per questa meditazione:
- Siediti in una posizione comoda
- Rilassa i muscoli di braccia e gambe. I piedi devono toccare terra e le mani devono rimanere sulla gambe. Palmi in giù, palmi in su, fai come vuoi tu 🙂 è indifferente.
L’importante è che tu sia in una posizione simmetrica e bilanciata - Chiudi gli occhi e visualizza mentre ti innalzi… proprio come se stessi guardando google maps (← prova a cercare casa tua qui per capire cosa intendo). Visualizza la tua abitazione e poi innalzati, amplia la tua visione e lascia tutto sulla terra ferma (problemi, pensieri, paure, il tuo corpo… ). Limitati a osservare mentre ti allontani da tutto… tutto si rimpicciolisce e riassume il suo vero valore rispetto all’immensità che ci circonda
- Ora che sei in alto concentrati sul respiro che entra, sul respiro che esce. Immagina di inalare l’ossigeno di alta quota in cui ti trovi. Tutti i problemi, pensieri… tutto è rimasto giù a terra. Inala l’energia positiva (sempre visualizzando) che ti tiene in vita ed espelli tutta la negatività accumulata. Immagina che dalle tue narici entri della luce ed esca invece fumo nero. Riempiti quindi di luce 🙂
- Quando ti distrai durante il minuto, accorgiti di esserti distratto! Questo vuol dire essere vigili su se stessi. Essere consapevoli di sé. Quindi riporta la tua attenzione sul respiro
Questo esercizio di un minuto ti permette di ricreare in te la giusta sensazione di distacco, quindi ti permette di riprendere il controllo su di te. Allenandoti con il minuto vedrai che riuscirai a richiamare a te la sensazione provata anche nei momenti (negli attimi) in cui ne avrai più bisogno.
Magari si sta per aprire una discussione con il tuo partner, oppure hai appena ricevuto una brutta notizia, forse ti stai preoccupando di qualcosa che potrebbe accadere, o semplicemente sei in posta a fare la coda e ti stai spazientendo… riporta l’attenzione al respiro, crea l’attimo meditativo.
È importante iniziare questo allenamento alla felicità con un solo minuto, questo per far comprendere alla mente che può cambiare significativamente il proprio stato in un breve lasso di tempo. Una volta che ci si è allenati sul minuto inizieremo a ridurre il tempo dell’allenamento fino al punto che ti basterà un attimo per meditare. In questo modo prenderai consapevolezza che l’attimo meditativo è un efficace interruttore per cambiare lo stato d’animo in cui ci si trova.
E sai qual è la cosa bella? Quando sarai allenato potrai rivivere l’attimo meditativo tutte le volte che vuoi perché non richiederà più alcun tempo… e quindi potrai riempire la tua giornata di meditazione 🙂
Lettura consigliata:
LA FELICITA’: ciò che sei, non ciò che hai
Ti auguro una felice giornata… ohmmmm
Posso esprimere una mia opinione?
La felicità, senza togliere niente ai studiosi di Tokio, secondo me è fatta di poche cose.
La pace interiore. Ovvero, dedicare un po’ di tempo 15/20 minuti al giorno a se stessi. Anche magari isolandosi. Cercare di non stressarsi (non ho ancora capito come fare però), e trovare persone che ascoltano e discutono civilmente senza lamentarsi.
Io lavoro, con una signora che ogni volta che viene si lamenta per qualcosa. Io, quando vedo questa persona, lo la sento per telefono automaticamente la penso mi viene l’ansia e lo stress. Quando invece parlo al telefono con un mio amico, mi sento sollevato. Diciamo che è come calmante. Dimmi Andrea (io) oggi che hai fatto di nuovo? Sai ho letto questo libro ho ascoltato questo libro e ogni volta che discuto anche per meno di 5 minuti mi sento felice oserei dire “drogato”. Se non fosse uomo lo sceglierei come partner giuro.
Voi scienziati di Tokio appoggiate il mio parere da diciamo persona e non da scienziato?
Ciao Andrea😊 grazie per il tuo commento. Non ci sono scienziati di Kyoto qui 😄 e condivido il tuo punto di vista.
La felicità è nelle piccole cose, la felicità è dentro, non fuori. Quello che hai letto nell’articolo è solo un curioso dato scientifico che è emerso studiando l’essere umano. L’attimo meditativi proposto è invece un’alternativa valida a tanti altri metodi (come il tuo per esempio) per ritrovare lo stato di serenità di cui abbiamo parlato.
Ti auguro una buona giornata 😊 grazie ancora
Professori e scienziati a parte, per quelle persone che ho parlato prima che si lamentano sempre e stressano a parte una museruola (bandita dalla convenzione di Ginevra), come bisogna reagire?
Oggi si è rotta la caldaia, il frigorifero è rotto… e cose così. Io voglio stare tranquillo.
Come posso essere felice senza farmi “trascinare” in questa ansia e tensione?
Grazie per il suggerimento.
Chiedi loro in che modo puoi essergli utile. Se non lo sanno, chiedigli se lamentarsi ha una qualche utilità. Visto che non c’è nessuna utilità potete trovare insieme delle azioni che portino un cambiamento/miglioramento.
Se non hanno intenzione di approfittare dell’aiuto che stai dando loro, sentiti libero di non ascoltare ulteriori lamentele 😊 che dici, può andar bene come strategia?