Sarò felice quando avrò raggiunto ciò che desidero, diceva l’ego.
Raggiungerò ciò che desidero quando sarò felice, diceva lo spirito.
Mai sentito niente del genere? In questo articolo scoprirai come essere felice nella vita, ovvero, la ricetta per il successo!
Vogliamo continuare con una bella frase fatta? La felicità non è la meta, è il viaggio.
La felicità non è solo il prodotto del successo che raggiungiamo. La felicità è il successo stesso. Ne è la causa scatenante. Il successo è uno stato mentale che solo la felicità riesce a generare. Qui. Adesso. Nonostante tutto. Si è felici perché si è, non perché si ha.
Si, lo so. Con questo articolo andremo incontro a un bel po’ di frasi ovvie, scontate, trite e ritrite. Ma ti prometto che cercherò di inserirvi qualcosa di innovativo 😉 …. del tipo:
LA FELICITÀ È IL RISULTATO DELLA COMPRENSIONE DI NOI STESSI
Senza felicità la vita appare priva di significato e non esiste successo che possa farci sentire meglio se questo non viene accompagnato dalla felicità. E dato che solo la felicità riesce a generare risultati di qualità, è facile capire quali sono gli ingredienti necessari perché si verifichi in noi questo stato emotivo.
La ricetta della felicità è semplice. Bastano tre ingredienti. Quando ti sarai assicurato questi tre ingredienti sta sicuro che la tua mente non avrà tempo necessario per farti vivere altre emozioni se non quella più utile al raggiungimento dei tuoi obiettivi.
I tre ingredienti sono:
avere uno scopo
mantenere il focus sullo scopo
una buona dose di motivazione
(se trovi il perché, il come non sarà più un problema)
(come puoi notare per ogni ingrediente ho collegato un articolo che potrebbe aiutarti a recuperarlo)
Sono sicuro di non averti detto niente di nuovo. Einstein era solito affermare che se si vuole essere felici bisogna dedicare la vita a uno scopo, possiamo dargli torto? Una domanda che dovremmo porci e alla quale dovremmo rispondere onestamente (e la cui risposta potrebbe cambiare le sorti della nostra vita) è questa:
che ci faccio su questo pianeta?
La risposta e io che ne so!?! non è ammessa. Vuoi scoprire cosa ci fai su questo pianeta? Scopri cosa ti rende felice. Trovato? Ecco, sei qua per quello. E non è detto che ciò che ti rende felice oggi ti renda felice anche domani. Quindi con molta probabilità le cose per cui potrai essere felice cambieranno, quindi cambieranno le tue esperienze. Ma (c’è sempre un ma) non avevamo detto che bisogna essere felici a prescindere da ciò che abbiamo e dobbiamo esserlo principalmente perché siamo?
Giusto! E la via più veloce per capire cosa ti rende felice è comprendere che prima di tutto sei qua per TE. Tu sei il tuo regalo più grande e non ne riceverai più uno così in questa vita. Questa è la tua occasione, tu sei la tua occasione e solo per questo dovresti essere con l’umore alle stelle. E quando ti ricapita una cosa del genere? Ti rendi conto di tutte le cose che puoi fare? Questo pensiero è il punto di partenza, quello da cui crescerà e si svilupperà tutta la tua felicità. Mantenendo viva in te questa consapevolezza niente e nessuno potrà portarti più via la tua gioia, la gioia di poterci essere!
Ma dopotutto, noi esseri umani, cosa facciamo? Siamo alla continua ricerca di emozioni, di esperienze appunto, da vivere. Se le esperienze della nostra vita non suscitassero in noi delle reazioni emotive, la nostra esistenza sarebbe pressoché noiosa, piatta… senza senso! Azzarderei a dire che alle volte è meglio sentirsi tristi, adirati, provare rancore, essere infelici… piuttosto che vivere nell’apatia e non provare nulla, vero? Almeno possiamo dire di essere vivi.
E credo che sia essenziale provare sulla pelle emozioni negative. Solamente conoscendo il nostro nemico possiamo sconfiggerlo. Solamente comprendendo noi stessi possiamo migliorare, quindi tendere a tutte quelle emozioni che definirei come le sfumature dello stato emotivo che guida ogni cosa in questo universo, ossia, la felicità.
Siamo circondati dalla felicità e la natura ce lo ricorda in ogni istante, in ogni stagione. La vita stessa è felicità… e la stessa morte non è altro che un nuovo inizio. Tutto si eterna e rimanere centrati su questo stato emotivo ci permette di fluire in questa eternità, godendo appieno del nostro Ben-Essere. Ricordi, il passero non canta perché è felice, è felice perché canta!
SOLO IL RAGIONAMENTO PUÒ NEGARE LA FELICITÀ
Non è ciò che ti capita a renderti infelice ma è il pensiero che tu generi a riguardo. E per comprendere meglio questo concetto ti riporto un’antica storia zen: il cavallo è scappato.
(chi è iscritto alla mailinglist forse la conosce già).
C’era una volta un contadino il cui cavallo era scappato. Tutti i vicini si recarono da lui per esprimergli il loro dispiacere: “siamo dispiaciuti che il tuo cavallo è fuggito. È una sfortuna terribile”. Il contadino rispose: “Forse…”
Il giorno successivo il cavallo tornò portandosi dietro altri sette cavalli selvaggi. Tutti i vicini allora tornarono dal contadino e gli dissero: “Che bello! Guarda come sono cambiate le cose. Ora hai otto cavalli! Sei proprio fortunato!” Il contadino disse: “Forse…”
Il giorno dopo suo figlio cercò di domare uno dei cavalli per cavalcarlo, ma venne disarcionato e si ruppe una gamba, e tutti esclamarono: “Questa non ci voleva, è una vera sfortuna!” Ma ancora una volta il contadino rispose: “Forse…”
Il giorno seguente delle guardie si presentarono al paese per arruolare uomini per l’esercito, molti giovani partirono ma il figlio del contadino venne lasciato a casa per via della gamba rotta. Ancora una volta i vicini si fecero intorno per commentare: ”Che fortuna per tuo figlio!” ma di nuovo il contadino disse: “Forse…”
Morale della favola: i tuoi vicini non si fanno mai i fatti loro! Ah no, questa è la morale di un’altra storia… comunque, l’hai capita, no?
La felicità è l’assenza della ricerca della felicità – Chuang Tzu
Abramo Lincoln diceva che la gente è felice quando decide di essere tale. E se la felicità è una scelta lo è anche l’infelicità. La differenza tra una persona felice e una infelice è solo una: l’atteggiamento. Chi sceglie di essere felice avrà un determinato stato mentale, ricettivo verso tutto ciò che è positivo, in qualsiasi situazione… e accetterà le spine per potersi godere il bellissimo cespuglio di rose. Chi sceglie di essere infelice vedrà il lato negativo in qualsiasi situazione… e si lamenterà delle numerose spine perdendo di vista la bellezza delle rose…
E su questo non ci piove: se l’essere umano è in grado di creare la propria infelicità, è anche in grado di creare la propria felicità.
NON PUOI CONTROLLARE TUTTO QUELLO CHE ACCADE MA PUOI CONTROLLARE COME REAGIRE A QUELLO CHE ACCADE
Vuoi essere felice? Devi abituarti a esserlo. La felicità è un’abitudine. E per constatare te stesso quanto sia vera questa affermazione prova a ripeterti spesso durante la giornata, soprattutto nei momenti dove tenderesti a essere tutt’altro che felice, questa frase: voglio prendere l’abitudine a essere felice.
In ogni istante puoi scegliere da che prospettiva guardare la tua vita, quello che ti accade. E prima di scegliere da che prospettiva osservare il mondo, ripeti dentro di te, fallo diventare un tuo mantra: voglio prendere l’abitudine a essere felice.
Di solito ci viene più facile fare nostre le cattive abitudini. Ma sia quelle buone, sia quelle cattive, sono di semplice installazione. Cambiare abitudini (mentali) è possibile, per chiunque. Non ci sono scuse.
Abituarsi a essere felice conduce a una vita felice. E una vita felice vuol dire prendersi cura di sé. Non puoi annoiarti quando ti prendi cura di te. E non puoi diventare vittima della monotonia perché la tua mente manterrà attive le proprie facoltà, perché sarà una mente curiosa e allenata al nuovo, al movimento e al cambiamento, che è alla base stessa della vita.
E una mente giovane non può far altro che mantenere il vigore del corpo in cui risiede. Numerose sono le testimonianze di ultracentenari che affermano che una delle abitudini principali ad aver permesso il loro stato di longevità è stata proprio quella di aver mantenuto in attività la propria mente, occupando se stessi sempre in nuovi interessi. Per loro il concetto di monotonia non trovava attuazione. In sintesi: la felicità allontana la monotonia… e ti allunga la vita!
Ma vale anche il contrario: la monotonia distrugge la felicità. E non solo. In uno sudio del 1899, il Dott. Lawrence Kolb (purtroppo il testo c’è solo in inglese) afferma che la monotonia, la frustrazione e la tensione stanno alla base dell’infelicità e delle malattie mentali. Molte persone si rinchiudono in se stesse e soffrono di queste condizioni perché non sanno come usare a proposito gli impulsi innati e le energie che essi hanno. Coltivare facoltà latenti per poter apprezzare l’arte e promuovere un vasto interesse nei riguardi dei vari hobbies e della spiritualità aiuterà queste persone frustrate e tese ad alleviare la loro tensione e a disperdere la monotonia.
Kolb invita a interessarsi a qualcosa, invita a svolgere qualche attività in modo da sviluppare e dare sfogo alla nostra creatività. Ma parla anche di fede e preghiera, di spiritualità, perché, come già detto in precedenza su queste pagine (e non solo), la mente inconscia guida la nostra vita e la preghiera è la via più immediata per colloquiare con essa e riprogrammarla.
La monotonia non ci casca addosso tutta in una volta. La monotonia è l’accumularsi di tante piccole azioni monotone che giornalmente svolgiamo. Sono dei piccoli momenti (monotoni) che si sommano l’un l’altro. Se queste piccole monotonie non vengono scosse da un pensiero creativo, costruttivo, da una pausa rigenerante, accumuleranno le forze e riusciranno a schiacciare qualsiasi nostro tentativo di essere felici.
La monotonia crescendo inizierà a pesare in maniera esponenziale, agendo sulla nostra vita come fosse una piramide rovesciata, che si sviluppa su una minuscola base e si allarga crescendo. Normalmente non permettiamo alla piramide di crescere troppo. Nella maggior parte dei casi reagiamo. Ma molte volta questa piramide viene lasciata crescere e, come afferma Kolb, il suo peso sovrasterà l’intera struttura psicologica dell’individuo.
VADE RETRO MONOTONIA
Come facciamo a sapere se questa piramide ci sta schiacciando? Ognuno deve imparare a riconoscere il proprio livello di monotonia e per farlo, a parte ascoltarsi onestamente, possiamo svolgere un esercizio pratico.
Prendi un foglio e dividilo in colonne quanti sono i giorni della settimana. Ogni colonna dividila in ore. In ogni ora dovrai scrivere quello che stai svolgendo e, con la massima onestà nei tuoi riguardi, devi stimare una percentuale di quanto ti sei annoiato, di quanto hai trovato monotono fare quello che hai dovuto fare. Se la monotonia a tuo parere ha raggiunto un buon 40%, colora la casella di quell’ora. Se a fine settimana le caselle colorate superano quelle che hai lasciato in bianco è evidente che c’è qualcosa da cambiare nelle tue giornate.
Alle volte non è necessario cambiare le azioni che svolgiamo, piuttosto l’atteggiamento che adottiamo per approcciarci a esse. C’è chi può trovar monotono lavare i piatti, e c’è chi invece lo trova un buon esercizio per dialogare con se stesso. Qualsiasi attività all’apparenza monotona può essere resa piacevole, basta avere la volontà di industriare la propria mente nel trovare il lato piacevole della faccenda. Difficile? Ma non impossibile. Anche qui, più ci alleniamo e più ci verrà facile trovare escamotage mentali per non far crescere la piramide della monotonia su di noi.
COME ESSERE FELICI NELLA VITA: LA RICETTA PER IL SUCCESSO
Poche righe fa abbiamo detto che il punto di partenza della nostra felicità è fare nostra la convinzione che siamo noi la nostra occasione. Al momento che facciamo nostra questa idea, abbattere i momenti di monotonia sarà più facile. Perché? Perché sarà automatico e consequenziale comprendere che noi siamo lo strumento che ha Dio (madre natura, universo, amore, tao, energia universale, cosmo, Tatiana…. chiamalo come vuoi) per manifestarsi e fare esperienza.
E se in questo dato momento siamo costretti a svolgere determinate mansioni che ci portano ad annoiarci, è solamente perché è richiesto un intervento creativo da parte nostra. Siamo creatori (Crea-tività) giusto? Siamo fatti a sua immagine e somiglianza? Dio ha bisogno di stimoli per espandersi, e se fosse tutto facile avrebbe perso il suo scopo. I limiti che devi affrontare permettono a te (e a lui) di crescere.
La nostra felicità deriva dalla comprensione che siamo in continua connessione con ogni parte della nostra esistenza. Mente, corpo e spirito sono in continuo dialogo, uno insegue l’altro, uno insegna all’altro e insieme crescono. Ma perché è così importante accettare la nostra parte spirituale? È vero che tutto si origina dal pensiero, ma è anche vero che fare attività fisica plasma la mente, come è vero che lo spirito manifesta sempre se stesso nelle attività sia mentali che fisiche.
Quello che semini nello spirito fiorisce nella mente, fruttifica nel corpo – P.Spoladore
E non vorrei che tu fraintendessi… quando parlo di Dio, di spirito, non sto parlando in termini di religione, ma di spiritualità. Che è ben diverso non trovi? La religione ti invita ad accettare le verità di qualcun altro e a farle tue. La spiritualità ti invita invece ad abbandonare i pensieri degli altri per guardarti dentro e trovare i tuoi. Spiritualità e religione difficilmente andranno d’accordo. La spiritualità potrebbe portarti a conclusioni che la religione non prevede…
Scusami stanno bussando alla porta…
-No no. Non ne so niente io…
Perdonami, era un inquisitore…
A parte gli scherzi. Ogni religione è buona se è vissuta sinceramente, con lo spirito della fede e del suo amore. Ma non può essere un punto d’arrivo, piuttosto un trampolino di lancio verso la riscoperta di noi stessi.
La dottrina è come una zattera che vi serve ad attraversare un fiume. Quando siete giunti sulla sponda opposta, lasciatela andare – Buddha
L’essere umano è stato creato per essere felice. È compito nostro impedire ai pensieri negativi di trovare terreno fertile e solamente la continua e onesta osservazione di noi stessi può aiutarci in questo. Se ogni giorno alleniamo la nostra mente a essere felice, spirito e corpo faranno lo stesso. La felicità significa salute, significa successo.
Lettura consigliata:
LA FELICITA’: ciò che sei, non ciò che hai
Ti auguro una positiva giornata 🙂
Si puo’ decidere di essere felici e il resto viene da se’ come mantenere il focus quando abbiamo un compito da svolgere, reagire positivamente a quello che ci capita, “darsi da fare” con creativita’ per superare la monotonia. La Religione e’ “The Man in the Middle” che cerca di sfruttare i nostri bisogni spirituali per raggiungere scopi che ci sono estranei: in realta’ non abbiamo bisogno di intermediari per rapportarci al Padre e rendere Grazie senza Lamentarsi mai. Grazie per il tuo Blog.
Grazie a te Spartan:) concordo con te. Non c’è bisogno di raccomandazioni, siamo tutti (per natura) già connessi alla fonte
Grazie Cristiano! La tua positività è contagiosa e fa un gran bene! Grande questo mantra “voglio abituarmi ad essere felice” !
Ciao Patricia 🙂 grazie a te 🙏