Dare e ricevere: 8 modi per rimanere nel flusso di abbondanza

La padrona di casa nostra è tremenda! È una donnetta riccia, occhi blu, cicciottina e alta un metro. È tremenda e ha solo tre anni 😉 Perché tremenda? Perché costringe tutti i membri della famiglia a guardare i suoi cartoni animati (Non abbiamo il televisore per scelta, perché? Leggi l’articolo “libri vs tv” , ma di DVD da vedere su pc ne abbiamo in quantità).
A parte gli scherzi… certi cartoni hanno la capacità di stimolare il pensiero in modo particolare? Forse è proprio la semplicità con cui trasmettono ciò che vogliono dire a rendere tutto più immediato.

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Qua sotto inserisco un pezzo del film “Il Re Leone” (che ha ispirato la stesura di questo articolo), ascolta bene e comprendi IL MESSAGGIO.

Ed è proprio del cerchio della vita che voglio parlarti, e di come tutto quanto l’universo si basa su questa ciclicità: dare e ricevere. Le piante assorbono anidride e rilasciano ossigeno, al contrario noi ANIMA-li respiriamo ossigeno ed espelliamo anidride; le acque piovono dal cielo, creano fiumi, arrivano al mare e rievaporano tornando in forma gassosa pronte per precipitare nuovamente.

La stessa catena alimentare (appunto) è l’esempio concreto di questo andirivieni energetico. La vita viene data e poi ripresa per tornare a manifestarsi in altre molteplici forme.

Ogni singola cosa nell’universo partecipa a questa giostra, compresi noi ovviamente, ed è impensabile, impossibile, sottrarsi a questa eterna catena. Il ferro che abbiamo nel sangue  non è nostro. Lo abbiamo preso in prestito dalla scorta di ferro presente sul pianeta e quando il nostro corpo cesserà di vivere, ogni elemento di cui è composto tornerà a far parte delle risorse del pianeta, disponibili per essere rimesse in circolo.

E la stessa cosa avviene anche a livello spirituale. L’unico modo per interrompere questo dare e ricevere è assumere atteggiamenti egoistici, d’avarizia e avidità.

Ci sono abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo.
(Gandhi)

Se offri amore, gentilezza e sarai generoso verso il mondo circostante (leggi l’articolo “Pratica la gentilezza”) quello che ti tornerà indietro nelle esperienze che farai avrà la stessa natura. Scorgerai con occhi nuovi le opportunità che si celano dietro le difficoltà, quindi adotterai una visione positiva della vita. Se invece ti attaccherai egoisticamente a quello che la vita ti dona interromperai questo flusso di abbondanza.

E dato che dobbiamo essere generosi e ricettivi in questa giostra del dare e ricevere , ecco un altro bellissimo video che calza a pennello con quanto detto 🙂

Ed ecco 8 modi per mantenere, e mantenersi, in questo flusso naturale che fa parte della vita:

  1. Inizia a credere fermamente a questa legge dell’universo del dare e ricevere e riconoscila nella tua vita. Sii generoso anche in quei momenti dove pensi di non poterlo essere perché non ne hai a sufficienza neanche per te. Se non sei generoso quando è difficile esserlo, con molta probabilità non lo sarai quando sarà facile. L’essere generosi è qualcosa che nasce dal cuore, non dalle tue tasche. Puoi donare ciò che hai, condividerlo, o semplicemente offrire il tuo tempo per aiutare qualcuno.
  2. Quando offri il tuo tempo, aiuti qualcuno o doni qualcosa, non aspettarti niente in cambio. Fallo perché ti fa stare bene e non per secondi fini. Quando pratichi la generosità non hai bisogno di dimostrare a nessuno quanto sei stato bravo e non hai bisogno di riconoscimenti. Queste cose servono per alimentare l’importanza che l’ego esige, ma la generosità è una terapia dove l’ego deve essere messo a tacere in favore dell’esperienza dell’anima
  3. Riconosci le tue resistenze interiori, come la paura di non avere il necessario per te e i tuoi cari, come il dubbio che gli altri abbiano veramente bisogno del tuo aiuto o che apprezzino veramente quello che tu farai per loro. Quando sei  nel dare, ci sei solamente per rinvigorire il tuo spirito, dandogli la possibilità di esprimersi attraverso gesti d’amore e generosità. Quando questo avviene si crea una connessione tra te, che ti trovi nel dare, e l’altro, che si trova nel ricevere. Questa connessione avvicina entrambi alla fonte, a Dio
  4. Fai della generosità un impegno costante. E se vuoi programma pure i momenti in cui vorrai dedicartici. L’essere generosi deve diventare indispensabile, proprio come il respirare e l’inspirare
  5. Quando ti troverai dall’altra parte, ossia ti troverai nel ricevere, accetta l’aiuto che ti viene offerto. In questo modo non interromperai il flusso e permetterai all’altra persona di compiere il suo gesto d’amore. Potresti pensare di non aver bisogno dell’aiuto di nessuno, ma hai bisogno di rimanere nel flusso! Quindi ringrazia sempre anche quando ritieni che non ce ne sia bisogno.
  6. Riconosci anche quei momenti in cui ti concentri su quello che ti manca. Non è quello che ti manca a crearti disagio, ma è ciò che tu pensi riguardo a quelle cose (Leggi l’articolo “Fai dipendere la tua felicità da ciò che hai, non da ciò che ti manca”). In questi momenti bandisci il dubbio della scarsità e dai sfogo alla tua generosità. Dai retta al cuore. In questo modo metterai a tacere le chiacchiere dell’ego e infonderai fede,gioia e forza ai tuoi pensieri, alla tua mente
  7. Fai sempre un po’ di più di quello che puoi fare. Un esempio? Vuoi lasciare cinque euro di mancia al cameriere? Lasciagliene dieci. Vuoi dare un semplice bacio a tua figlio? Bacialo, tienilo stretto a te e passa del tempo a giocare con lui. Cerca di oltrepassare sempre i limiti che ti poni. Non c’è un limite al dare, come non c’è nel ricevere.
  8. Tutta questa generosità di cui abbiamo parlato applicala anche verso la persona più importante della tua vita: te stesso. Sii generoso nei tuoi riguardi, premiati quando è necessario, coccolati. Dopo tutto passerai con te stesso il resto della tua vita. Trattati bene 🙂

Soltanto quando aprirai la mano per dare potrai ricevere – Anonimo

Personalmente l’ottavo punto è quello in cui trovo più difficoltà. Certe volte sono troppo severo con me stesso dimenticandomi di tutte le belle parole che dico e scrivo. E se è vero che è l’atteggiamento a descrivere chi siamo e non le parole che usiamo, beh, corro a rimediare con una generosa colazione.

41rGxk4ljaLLettura consigliata:
ESSERE GENTILI FA BENE ALLA SALUTE-Perdono e gentilezza conducono all’abbondanza

Ti auguro una generosa settimana 🙂
cristiano mocciola blog

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13 commenti

  1. Bellissimo articolo! Vi pongo una domanda soprattutto legata al punto 8. Una persona a me cara ha detto che per stare bene con se stessi ed imparare ad amarsi è necessario stare da soli e rinunciare (almeno temporaneamente) alla vita di coppia…………che ne pensate? Non è un atteggiamento un po’ egoistico? Perché la vita di coppia dovrebbe escludere l’amare se stessi??? Io non lo capisco!!!

    • Ciao Barbara 🙂 Sicuramente imparare a stare bene con se stessi è fondamentale per imparare a stare bene con gli altri e instaurare rapporti sinceri. Non credo che questo precluda il fatto di poter stare nel frattempo insieme a qualcuno… Ma questo è solo il mio punto di vista 🙂
      Ama il prossimo tuo come te stesso! Se non ti ami non puoi amare, questo si che è un discorso da tenere in considerazione…

  2. Ciao Cristiano,
    mi trovo spesso ultimamente a riflettere su questi temi, il tuo articolo come sempre è molto ricco.. Sai, ogni volta sorge la stessa domanda e oggi ho deciso di metterla giu anche qui, per te e tutti i tuoi lettori: dove sta il confine tra dare più che puoi, anche quando ti sembra di non averne, e parlo soprattutto di energie e tempo e attenzione e cura (ad esempio nei confronti di un figlio o in una relazione) e l’annullarsi in esso, rinunciando e se stessi per assecondate i desideri dell’altro? Sto cercando di mettere a fuoco questa importante distinzione… Vedi, dare quando è difficile, non porre limiti al dare puó portare al dimenticarei di propri bisogni fondamentali, come il riposo, ad esempio. Per forza di cose deve esseci la capacità di bilanciare le cose, ma come farlo senza cadere nella trappola del ‘faccio ma ad una (o piu) condizioni’? Tu parli di programmazione, quindi suggerisci di separare i momenti del dare (agli altri) e del ricevere (da te stesso)?
    Ma quando ció non è possibile, quando si è immersi in un mare di richieste, si dovrà pure trovare il modo di porre un freno, di dire no!?

    • Ciao Federica e grazie per il tuo intervento. Caspita, bella domanda! 🙂 fa riflettere ciò che hai scritto.
      E condivido con te anche il fatto che a furia di dare possiamo scaricarci notevolmente… A questo punto penso sia importante fare propria la convinzione che stai dando per te stessa, e non per gli altri. Il servizio per gli altri deve essere una gioia perché negli altri rivediamo noi nel momento del bisogno. Ghandi diceva che non esiste nessuno all’in fuori di te, ossia, tu e gli altri siete la stessa cosa. Gesù diceva lo stesso a modo suo., ama il prossimo tuo come te stesso…. Ma non dimentichiamoci che la prima persona d’amare è quella riflessa nello specchio la mattina.
      Dobbiamo amarci e quando siamo nel dare dobbiamo amarci ancora di più riconoscendo la divinità che è in noi e che sta agendo, per mezzo nostro, per aiutare chi ha bisogno, ossia noi stessi (bel giro di parole eh?)
      Penso sia giusto crearsi dei momenti in cui stare soli con se stessi e in quei momenti DARE a noi stessi ciò che ci serve per ricentrarci.
      Finché ci fa stare bene possiamo dare. Quando dare non ci farà più stare bene sarebbe meglio stare fermi perché ciò che daremo avrà poco valore, che ne pensi?
      Penso sia un obbligo verso se stessi quello di concedersi dei momenti di “tregua”. Possiamo chiedere aiuto sincero a chi ci è vicino se vediamo che non c’è la facciamo (così testiamo anche quanto tiene a noi;) )
      Anche i più grandi Servitori dell’umanità si concedevano ritiri e silenzi per concedersi totalmente a se stessi 🙂

  3. Ricambio il complimento, bella risposta! Fa riflettere… Grazie. Mi chiedi che ne penso: penso tu abbia ragione, dare dovrebbe farci stare bene, se non è cosi dovremmo riflettere sul significato che stiamo dando, dentro di noi, alle nostre stesse azioni.

    • Forse bisogna domandarsi chi sta donando:
      l’EGO, che indirettamente vuole gratificazione in tutto cio che fa e che si considera separato dagli altri,
      oppure il vero SE (cio che siamo veramente) che considera tutto parte di se stesso e quindi quello che fa agli altri e come lo facesse.a se stesso.
      Sentirsi in quello che siamo.veramente, preclude automaticamente l’assenza di determinate domande.

      Rinngrazio tutti voi di esistere per permettermi di fare queste continue riflessioni che mi consentono di vedere l”esistenza per quello che veramente é.

      Luca.

      • Ciao Luca, grazie del tuo commento. Per comprendere meglio quello che dici tu dobbiamo fare attenzione a come risuoniamo dentro. Quando è il Sé a donare il cuore si riempie di una vera gioia destinata a durare,
        quando è l’ego ci si aspetta una finta ed effimera gioia che molto probabilmente ci deluderà quando arriverà.

        Buona Vita Luca
        Ciao

  4. Mi è piaciuto tantissimo!..apprezzo in particolare l’equilibrio con cui l’argomento è trattato!..un equilibrio dinamico visto che riguarda un flusso vitale inarrestabile e tale equilibrio dinamico va ricercato e mantenuto consapevolmente a livello interiore come andare in bicicletta!…se ti sbilanciato cadi!..parallelo alle parole di Gesu:”ama il prossimo tuo come te stesso”..e un equilibrio dinamico:mentre do agli altri do a me stesso..assumere atteggiamenti contrastanti con questo flusso porta inevitabilmente ad essere espulsi fuori del flusso vitale come una forza centrifuga!..grazie per queste riflessioni ben poste !

  5. Ho trovato l articolo molto interessante perché mi ha permesso di fare una riflessione: quando e quanto “do'” per ricevere gratificazione personale ..in altre parole..per “sentirmi utile” e quanto “do'” invece per generosità …per donare consapevolevolmente qualcosa di me’ agli altri. Risposta: forse un generoso mix di entrambi. G😁 Grazie Cristiano 😊

  6. Ciao, articolo interessante. Vorrei porti un paio di domande riguardo appunto al dare e avere, ho dei seri dubbi. Innanzitutto premetto che dare senza aspettarsi nulla in cambio sia completamente sbagliato, bisognerebbe aspettarsi almeno la gratitudine o con le parole e con i fatti o solo con i fatti (mai solo con le parole!), perché se ti viene chiesto un favore tu mica vuoi farti usare da chi te lo ha chiesto. Comunque le domande sarebbero: quando qualcuno (tipo l’amico, che non conosci, di un tuo amico) ti chiede un favore o un aiuto per la prima volta stai venendo già usato da quel qualcuno? Visto che i rapporti basati solamente sull’ “Io faccio favori a te e tu fai favori a me” (che in pratica sarebbero un do ut des) sono tecnicamente uno sfruttarsi a vicenda, anche il lavoro e il commercio sono uno sfruttarsi a vicenda visto che in entrambi dai qualcosa per avere dei soldi in cambio?

    • Quello che ci aspettiamo non è dagli altri ma dalla vita. Se aiuto un vecchio a rialzarsi dalla sua miseria non mi aspetto che lui ricambi ma so per certo che offrendo amore riceverò amore, magari non da lui ma dalla Vita si. Ciò che semini raccogli, sempre! Siamo nel mondo ma non del mondo…

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