essere felice

Come trovare la felicità, quella vera (seconda parte)

Quando perdoni guarisci, quando lasci andare cresci! Perdonare è un atto di auto terapia. Così finiva la prima parte di questo articolo. Quando perdoni ritrovi la tua felicità. Quando perdoni risolvi molti dei mali emotivi che arrecano danno al tuo fisico e alla tua vita.

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Il perdono ci aiuta a distaccarci dai punti di vista negativi. Quando perdoniamo permettiamo alla nostra vera natura, all’amore, di essere presente nel nostro presente. E dove c’è amore non esiste paura, quindi è impossibile non scorgere il lato positivo della situazione in cui ci troviamo, qualunque essa sia.

Facci caso, quando adottiamo un punto di vista negativo e pessimistico interrompiamo anche il nostro progresso. Diventiamo inermi, ci paralizziamo e non riusciamo più a (re)agire in modo utile a ciò che capita. Può darsi anche che dentro noi poi cresca un senso di rabbia che riesca a motivarci, ma quali risultati potrà darci agire con questa energia?

Controllare il mondo esterno non è possibile. La vita ha il suo corso, incomprensibile per noi essere umani. La vita è un fiume in piena e noi siamo la canoa che lo naviga. Non sappiamo cosa ci aspetta alla prossima curva, ma nel frattempo possiamo imparare a navigare e ad avere il pieno controllo della nostra imbarcazione, non trovi? Aspettarsi il meglio, prepararsi al peggio, si, questo è un ottimo assetto mentale per tornare a essere consapevoli del nostro ruolo di creatori, per tornare a compiere quei passi positivi propedeutici alla nostra felicità.

ESSERE FELICI NON VUOL DIRE ESSERE FELICI

essere contenti accontentarsiQuando stiamo bene, quando possiamo affermare con certezza “sono felice”, vuol dire che stiamo navigando consapevolmente, siamo in pace con il mondo che ci circonda, allineati con la fonte. Ma questo non vuol dire che stiamo vivendo la felicità… non è chiaro, vero?

Molte volte confondiamo il termine felicità attribuendo a questa emozione stati d’euforia incontrollata, ilarità, gioia esplosiva di fare… Ma la felicità non corrisponde a questo picco  emozionale. La felicità è consapevolezza, è presa di coscienza di Sé. È il permettersi di vivere qualsiasi tipo di emozione per comprenderla e non subirla. Essere felici vuol dire imparare a conoscersi ed è un processo che non termina mai, non è un punto di arrivo. La felicità è emozione in continua evoluzione.

Trovare la vera felicità significa rimanere positivi e grati in qualsiasi circostanza. Mantenere uno stato di apprezzamento verso il mondo e verso chi siamo ci permette di rimanere connessi alla Vita e di partecipare a essa. La Vita non è cattiva, non è ingiusta, non fa favoritismi. La Vita è vita, grandiosa in ogni sua espressione. Anche nel dolore, si, perché anche dal dolore si può guarire e solo nel dolore potremmo comprendere determinate cose. Non puoi guarire se non sei malato, non puoi (ri)svegliarti se non stai dormendo. Si, insomma, se non ti accorgi delle tue zone d’ombra non puoi pensare di portare loro luce, meglio così?

accontentarsiQuesta condizione di consapevolezza ci porta a essere contenti, piuttosto che felici. Proprio come ci suggeriva Tiziano Terzani nel video della prima parte di questo articolo. L’essere contenti rende meglio l’idea dell’emozione che dovremmo provare per vivere con intensità il nostro presente. È l’emozione più utile per iniziare a costruire il nostro futuro nel migliore dei modi (e accontentarsi ed essere contenti non vogliono dire la stessa cosa).

E se ci pensi quest’emozione non è molto distante da quella che provi in ogni attimo della tua vita. La vita è un susseguirsi di momenti, una successione di attimi appunto, in cui si sta bene. Facciamo le nostre cose, portiamo avanti la nostra routine, le nostre relazioni. E tra alti e bassi tutto continua a svilupparsi, a cambiare, a nascere e a cessare di essere. L’infelicità, il nostro essere scontenti, nasce, si acuisce e si fa sentire, nel momento che permettiamo al passato o al futuro di portarci dei problemi. Quando inquiniamo la percezione che abbiamo di noi stessi con ciò che potrebbe accadere o con ciò che è stato, perdiamo di vista l’unico momento che possiamo vivere: il presente.

Se ti concentri nel qui&ora e riempi questo tempo con ciò che ti piace fare, ecco che raggiungi la felicità e torni a essere contento, nevvero? Torni a essere presente nel tuo presente. Tutto ciò che hai è qui, adesso, non domani, non ieri, ORA!

Ognuno di noi ha un suo grado di felicità. La felicità è soggettiva, come la ricchezza. C’è chi la dimostra in maniera più espansiva e chi in modo più introverso. Ad ogni modo si è felici indipendentemente da quello che si fa. Possiamo anche dire che le persone sono diversamente felici e ognuna lo manifesta a se stessa e agli altri nel modo più consono al proprio stato d’essere attuale.

LA FELICITÀ È CIÒ CHE TU NE FAI (ORA)

La felicità è una scelta. L’infelicità pure. La cosa migliore che possiamo fare per noi stessi è imparare e riconoscere cosa ci rende felici. Sai cosa ti conviene fare quindi? Prendi carta e penna e scrivi su un foglio quello che ti rende veramente felice. Una volta che hai scritto queste cose trova il modo per portarle in maniera ancora maggiore nella tua vita!

Un po’ di esempi:
sono felice quando sto con mio figlio  → scegli di passare più tempo con lui
sono felice quando dipingo → scegli di passare più tempo a dipingere
sono felice… insomma, hai capito. Più ti dedichi a ciò che ti piace, più sali di grado sulla scala della tua felicità. Questo si che vuol dire consumare bene il proprio tempo!

La felicità si può raggiungere solo nel momento presente. Ma non fraintendermi. Non è che dobbiamo bandire la tristezza, la noia o le altre emozioni. Ogni emozione ci è utile per comprendere dove ci troviamo sulla scala emotiva e ci aiuta a capire in che direzione vogliamo spostarci. Questo ce lo ricorda anche Ermete con la Legge della Polarità.

La felicità non è la motivazione che ci serve per raggiungerla. La felicità è comprensione di Sé. La felicità è felicità, punto, e puoi sceglierla in questo momento. La qualità delle tue scelte rispecchia sempre il tuo stato d’animo. La felicità porta a scelte intelligenti, utili. L’infelicità…

Se sei triste perché hai perso il lavoro, puoi essere felice perché hai la possibilità di vivere questa esperienza. Si, lo so che sembra assurdo, ma è così. I problemi capitano solo ai vivi e ogni problema è un’opportunità mascherata, ma per riconoscerla hai bisogno della tua felicità, questa è la chiave.

I perdenti vedono strade ghiacciate, i vincenti mettono su i pattini da ghiaccio!
(Denis Waitley)

SEI INFELICE? PASSA OLTRE!

felice infeliceSe sei triste è perché la tua mente si è fermata a qualcosa che è accaduto e non sta più vivendo il presente, ma soprattutto, ha smesso di immaginare un possibile e più roseo futuro. Concentrati adesso, dimenticati di quello che è nel passato. Hai sempre due scelte da affrontare, di fronte a qualsiasi cosa, persona o evento: una positiva e una negativa. Tu sei l’unico responsabile del punto di vista che adotti. Ciò che capita accade per un motivo ben preciso (il caso non esiste) e sta a te ricavarne la lezione o farti immobilizzare.

Paura, dubbio, preoccupazione, sono il frutto della nostra ignoranza e solo la comprensione può dissolvere questi inutili processi mentali. Perché mi capita questo? Se trovi il motivo utile per cui avviene una determinata cosa, automaticamente il tuo punto di vista cambia, vero? Ritrovi la spinta necessaria per andare oltre, ritrovi la felicità.

Vuoi fare la differenza? Accetta ciò che capita, accetta gli altri. Vivi nella comprensione, non nell’ignoranza, nell’amore, non nella paura. Chi è felice ha capito cos’è l’infelicità. Chi è infelice non ha capito cos’è la felicità. Nell’imperfezione c’è perfezione. Riconoscila. Questo è essere felici.

41jDiDpFeHL._SY264_BO1,204,203,200_QL40_ML2_Lettura consigliata:
AL CENTRO DI TE: Gli strumenti per gestire al meglio le tue emozioni e mantenere la lucidità

Buona Vita
cristiano mocciola blog

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14 commenti

  1. Ciao Cristiano, oggi mi rispecchio molto in questo articolo. Ho vissuto un’esperienza che mi ha fatto molto soffrire. Nonostante io mi sforzi di vivere nel presente la mia mente pensa e ripensa sempre a quell’evento. Spero di ritrovare la felicità nel mio vivere quotidiano. Ci sto provando veramente. Grazie per i tuoi consigli 🤗

  2. Bell’articolo, complimenti! Cade proprio a fagiolo dato che io in questo periodo non riesco ad essere felice. Ho alcuni problemi famigliari e non riesco a venirne fuori. Soprattutto vorrei farti notare una cosa, Cristiano: hai detto “sono felice quando sto con mio figlio”, ma se per un motivo o per un altro questa cosa ti fosse impossibile? Ad esempio se tuo figlio non vuole stare con te? Se non avete un buon rapporto? Io ho un rapporto molto problematico con una persona e mi sembra che più mi do da fare per cercare di far funzionare le cose e peggio è. Più io mi avvicino più questa persona si allontana. E questa cosa mi fa star male!!!

  3. Grazie Cristiano per questo articolo, mi hai chiarito alcune domande che mi ponevo, ed ora ho capito.
    Mi piace molto come esprimi con semplicità e chiarezza concetti non sempre facili da comprendere, grazie!
    Buona giornata
    Un abbraccio. 🙂

  4. Mi è piaciuto veramente molto questo articolo!..lo condivido subito con persone a me care che ne avrebbero bisogno!…a proposito Cristiano che ne pensi del fatto che sono sempre un po troppo concentrata su come poter aiutare altri?..in particolare chissà che darei per perché questo tuo articolo fosse ben recepito da uno dei miei figli!…sono grave?grazie!..ciao

    • Grazie Anna Rita 🙂
      Aiutare gli altri ci fa sentire meglio, è vero, ma possiamo correre il rischio di diventare invadenti, soprattutto verso le persone più care. Ti parlo da figlio a figlia, proviamoci a mettere nei loro panni: permetti ai tuoi cari di sbocciare. Fai sentire che ci sei in caso di bisogno ma non intrometterti, verresti fraintesa. Sai come si dice no, nessuno è profeta a casa sua.
      Vuoi bene a tuo figlio? Permettigli di sbattere la testa. È l’unico modo che ha per imparare 🙂 È impossibile per noi genitori comprendere il percorso dei nostri figli, non illudiamoci. Sono una nostra estensione e con molta probabilità sonderanno terreni a noi ignoti. Godiamoci il loro prepararsi, il loro spiccare il volo, le loro cadute, in silenzio. L’importante è che possano sentire in noi un amico sempre pronto ad accoglierli. I consigli teniamoceli per quando ce li chiedono 🙂

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