Cosa vuol dire comunicare? Il Treccani ci offre diverse opzioni:
1 – Rendere comune, far conoscere, far sapere
2 – Essere in relazione verbale o scritta con qualcuno
In breve: comunicare è fare partecipi anche altri del nostro sentire. E allora comprendi l’importanza di imparare a come fare per comunicare meglio.
E tu, sei sicuro di saper comunicare? Io no. Infatti troppe volte mi capita di non essere compreso al primo colpo. E quando c’è incomprensione sorge il dibattito, lo scontro, nevvero? Facci caso: ogni volta che litighi con qualcuno è sorta un’incomprensione (involontaria) o non c’è la volontà/capacità di una delle due parti o di entrambe di comprendersi/ascoltarsi. Sostanzialmente: manchiamo di empatia.
Se riuscissimo a comprendere veramente l’altro non arriveremmo mai al litigio perché la comprensione è saper accettare anche ciò che è diverso, è intelligenza superiore, è coerenza tra mente è cuore, è disponibilità, apertura, senza dover per forza cambiare il proprio pensiero… e senza costringere l’altro a pensarla come noi.
Giudicare è un’illusione, perché, se dovete giudicare, vi servite della vostra scala di valori. Dietro al giudizio si cela l’idea che siamo tutti identici – Swami Prajnanapada
Ecco perché se vogliamo comunicare efficacemente non possiamo esimerci dal mettere cuore nelle nostre parole. Ecco perché chi sa comprendere veramente è più facile che sappia anche comunicare… e chi comprende veramente non giudica!
LE EMOZIONI SI COMUNICANO, NON SOLO A PAROLE
L’intelligenza emotiva coinvolge tutto il tuo essere. Ogni singola cellula del tuo corpo è dotata della più alta forma di intelligenza disponibile in natura (la Vita non potrebbe tendere alla sopravvivenza altrimenti) e comunica incessantemente con la tua mente, organo preposto al controllo. Ma chi decide se soddisfare o meno le richieste che le pervengono?
Quando ti scappa la pipì o la popò, chi è che ti avverte? Essere emotivamente intelligenti è andare immediatamente in bagno non appena sopraggiunge il segnale. E se non ci vai? Beh, di certo non stai allenando la tua intelligenza emotiva, non ti stai ascoltando e il tuo livello di QE (quoziente emozionale) si trova sotto i tuoi piedi, lontano dalla tua vescica e dal tuo sedere 🙂
Ma torniamo a noi…
Non potremmo mai essere in grado di comunicare efficacemente se non impariamo prima di tutto ad ascoltare, magari inziando proprio ad ascoltare noi stessi, le nostre esigenze e gli stimoli che il nostro corpo intelligente ci invia. E la sai una cosa? Un buon comunicatore è colui che parla solo per il 20 %. Per il restante 80 % ascolta, sente… col cuore.
La conoscenza è avere la risposta giusta. L’intelligenza è avere la domanda giusta.
(Anonimo)
Per comunicare in maniera efficace con gli altri le parole non bastano, dobbiamo metterci tutto noi stessi.
Cos’è il linguaggio verbale?
Il linguaggio verbale è quello che permette agli esseri umani di esprimersi attraverso simboli/segnali acustici, quindi trasmettere concetti e sentimenti per mezzo di parole che seguono determinate regole.
Cos’è il linguaggio non verbale?
Il linguaggio non verbale è quella comunicazione che avviene senza l’uso di parole, non per questo meno importante o comprensibile. Anzi! Il linguaggio non verbale è quello che ha un maggiore impatto nella comunicazione. Esso comprende tutti quegli aspetti che vanno oltre il solo significato delle parole. Nello scambio comunicativo il linguaggio non verbale è in grado di dare più o meno importanza, colore, risalto, al semplice senso letterario del messaggio che si vuole esprimere.
(Se vuoi approfondire l’argomento “Comunicazione non verbale” ti invito a visitare la pagina dedicata su Wikipedia)
COME COMUNICARE MEGLIO CON LA PNL:
UTILIZZARE IL PROPRIO LINGUAGGIO NON VERBALE
La PNL, Programmazione Neuro Linguistica (leggi tutti gli articoli del blog sulla PNL) , sfrutta la comunicazione non verbale per guidare il diaologo inconscio con gli altri, un dialogo in ogni caso inevitabile. E perché quindi non gestirlo per migliorare la qualità della comunicazione? Perché non scegliere di facilitare la comprensione reciproca?
Scopriamo allora come rendere consci quei processi che normalmente viviamo, e facciamo vivere ai nostri interlocutori, in maniera inconscia. Per poter utilizzare al meglio il proprio linguaggio non verbale, quindi creare relazioni basate su fiducia reciproca (inconscia) e aumentare così il livello di empatia, abbiamo bisogno di fare soltanto una cosa: ricalcare (termine tecnico usato in PNL), o meglio, imitare.
Quando ci relazioniamo con qualcuno, qual è la cosa più importante che possiamo fare? Se sei stato attento fino ad ora hai già la risposta… esatto! Ascoltare. Quindi, piuttosto che parlare e raccontare di noi, per mettere a proprio agio il nostro interlocutore e iniziare a gettare le basi per una stima e fiducia reciproca, dovremmo interessarci alla sua vita, quindi fare domande.
Ascoltando avremo modo di capire quali siano i valori dell’altra persona. E cosa sono i valori? I valori sono le tematiche, le passioni, che guidano la vita della persona che abbiamo di fronte. Sono gli interessi nei quali quella persona si immedesima e ci si rispecchia. Avere rispetto e iniziare a provare interesse per quegli stessi valori porterà automaticamente la mente inconscia di entrambi ad aumentare il livello di empatia e fiducia percepita.
Sarà come aprire le porte della comunicazione. Filtri e paure saranno gradatamente accantonate e il dialogo assumerà tutt’altro valore, sarà più aperto e permetterà a entrambi di conoscersi oltre la superficie, oltre le apparenze che normalmente offriamo al mondo che ci osserva.
Una volta che la persona che abbiamo di fronte si sarà aperta con noi, sarà inevitabile che ci chieda di fare lo stesso. È una risposta inconscia incondizionata. Ora che lei ha fiducia di te, pretende che anche tu ti fida di lei.
DOMANDARE ⇒ EMPATIA ⇒ RISPETTO DEI VALORI
Inclinare leggermente il capo di lato quando si ascolta la persona che ci parla e annuire di tanto in tanto, sono gesti che ci aiuteranno a costruire una comunicazione efficace. Come ti sentiresti se mentre racconti di te a qualucno questo si mette a guardare il telefono? E se invece questo qualcuno annuisce, ti fa comprendere che sta ascoltando con interesse ciò che hai da dire e ti guarda dritto neglio occhi?
Una volta raggiunta la zona di reciproca attenzione possiamo iniziare a ricalcare l’altra persona. No, non è una cosa brutta. Come ti ho scritto poche righe fa ricalcare vuol dire imitare… e imitare non vuol dire scimmiottare!
Vera comunicazione ha luogo soltanto fra persone di uguali sentimenti,
di uguale pensiero.
(Novalis)
La postura è il primo elemento che possiamo ricalcare. La postura che usiamo dice tutto di noi. Esprime letteralmente il nostro stato d’animo, il nostro carattere. Emulare la postura di chi abbiamo di fronte permette di riconoscersi (a livello inconscio) come simili, quindi accettarsi. La persona che abbiamo di fronte è seduta? In piedi? Come tiene le spalle? E il busto è eretto o curvo?
Micro e macro movimenti sono altre fondamentali espressioni del corpo alle quali dobbiamo fare attenzione per un ricalco efficace. Come usa le mani il nostro interlocutore? Dove le poggia? Che gesti compie? Le gambe sono accavallate? Essere attenti a come si muove l’altro e imitarlo, sempre con sobrietà, è un chiaro messaggio inconscio: questa persona è molto simile a me, mi comprende, mi posso fidare.
Altri elementi da ricalcare sono la respirazione, il tono di voce e le parole usate. Gestire l’identico vocabolario di termini usati, respirare allo stesso modo e usare la stessa intonazione, ci avvicinerà maggiormente alla sfera intima dell’altro… e rischieremo seriamente di entrare a far parte della sua famiglia 😉
Scherzi a parte. La tecnica del ricalco è un ottimo strumento per iniziare a comprendere meglio chi abbiamo di fronte. La comunicazione è alla base delle relazioni che instauriamo. Più è profonda e dettagliata la comunicazione, più il rapporto assume valore. Io sono perchè noi siamo, esisto perchè esistono anche gli altri.
Tutto in natura comunica, l’universo è mentale. E la natura ci ha fornito tutti gli strumenti per rendere ogni nostra comunicazione degna di tale definizione. Ma lasciamo perdere per un istante tecniche di PNL e strategie per controllare l’attenzione altrui. Torniamo ora nel ruolo che è stato scelto per noi, quello di creatura sensibile e attenta al mondo circostante: per potere comunicare efficacemente bisogna amare. Quando ami sei in grado di comprendere e sei in grado di esprimerti al meglio, quando giudichi il tuo cuore è sordo e le tue parole, invece che costruire, distruggono. Fai attenzione a come parli… ma prima di tutto a come pensi!
Buona comunicazione 🙂